lunedì 2 dicembre 2013

AD IMPARARE CI SI METTE UN PO': NEI PANNI DI CHI APPRENDE (riflessioni nate da una lezione di Brazilian Jiu Jitsu)



"Non tirarti il piede, rischi di farti male! Quando fai il triangolo, aggiusta la posizione e piuttosto afferra la tua tibia! Poi chiudi le ginocchia e alza il bacino". Guardavo il maestro di Brazilian Jiu-Jitsu cercando di fare esattamente come diceva lui e intanto pensavo "Cavolo, è vero... quante volte me lo sono sentito dire eppure continuo a rifare lo stesso errore senza rendermene conto" Non lo facevo certo con l'intenzione di fare tutto al contrario di come era stato spiegato, semplicemente non avevo ancora interiorizzato il movimento. La mia testa capiva ma non  ricordava nel momento opportuno; la mia testa capiva ma il mio corpo non rispondeva in maniera adeguata. Speravo fortemente che il maestro non avrebbe mai perso la pazienza, che non mi avesse ritenuto incapace e che me lo avrebbe ancora ripetuto altre 10, 100, 1000 volte fino a che avrei eseguito correttamente la tecnica. Perchè di questo sentivo di aver bisogno: il sostegno e la guida di chi insegna e la costanza di provare ancora e ancora. 

Ripensando a questo episodio mi è venuto in mente l'asilo: "Angelo non salire in piedi sulle sedie, rischi di farti male!" "Alberto non spingere Marco, gli fai male!" "Quando si mangia, non si va in giro per la classe, si sta seduti!" E tra me e me pensavo "Uff! Gliel'avrò detto 1000 volte e continuano a fare così...." col rischio sempre in agguato di arrabiarmi perchè ripetevo in continuazione le stesse cose e molte volte i bambini non facevano come chiedevo. 
D'impulso viene da pensare che gli piaccia non ascoltare e fare di testa loro, che vogliono fare di tutto per testare i tuoi limiti (e i loro) ecc ecc... In parte è così: sappiamo bene che ci sono alcune età particolari (ad esempio i "terribili due anni", quando fanno  improvvisamente capricci, vogliono fare tutto da soli, dicono no a tutto...devo proseguire???) caratterizzate dalla sfida ma è importante anche tenere bene a mente che ad imparare ci si mette un po'
Questo episodio in palestra mi ha ricordato che bisogna dare fiducia ai bambini e non partire prevenuti nei confronti di quelle loro azioni che noi adulti riteniamo inadeguate o più semplicemente sbagliate. Un errore molto comune tra gli adulti è quello di percepire in determinate situazioni i bambini come "cattivi " dimenticando che l'apprendimento richiede tempo, pazienza, costanza e non sempre si riesce a rispondere subito così come è stato mostrato ed insegnato; è necessario ricordare inoltre che anche sfidare i grandi fa parte del loro sviluppo sociale, cognitivo e comportamentale. Hanno bisogno di tempo per imparare a comportarsi in modo corretto (o meglio, secondo le nostre aspettative), hanno bisogno della nostra guida gentile nel mostrargli come si fa e nel ricordarglielo sovente! Con tanta pazienza, gentilezza e fiducia nei loro confronti!

mercoledì 20 novembre 2013

CANZONI ASILO: fischia il treno

immagine tratta da: http://culturestrain.wikispaces.com/file/view/john-abbott-cartoon-childrens-land-train.jpg/350045604/john-abbott-cartoon-childrens-land-train.jpg

Questa canzoncina è molto simpatica e coinvolgente, utile in particolar modo per i momenti di transizione: cantandola con i nomi dei vari bambini si può infatti formare un trenino, magari proprio quel trenino/fila che ci serve per spostarci in maniera ordinata dalla sezione al bagno o al salone o alla mensa o alla nanna!


ASCOLTA LA CANZONE:
http://www.youtube.com/watch?v=tDd5l0M1t78


CANTA LA CANZONE:

Fischia il treno, ciuff ciuffff
il treno fischia ciuff ciufff
e c'è .......(nome bimbo) macchinista;
e ......... è sul vagone con ...... capostazione;
e c'è...... la/il più elegante sul vagone ristorante;
.......... la più biricchina fa ciao ciao con la manina
(oppure .......... il più biricchina fa ciao ciao dal finestrino!)



venerdì 1 novembre 2013

Il kamishibai: un "teatro di carta" di origine giapponese dai molteplici utilizzi didattici ed educativi! (l'origine del MANGA!)

Trovato per caso, ne sono rimasta completamente affascinata: 
il Kamishibai.

 

Il kamishibai - un "teatro di carta" di origine giapponese - è uno strumento che può essere utilizzato sia per la narrazione di storie, sia in ambito didattico.



hyoshigi per l'annuncio dell'arrivo del Gaito kamishibaiya
La tecnica del kamishibai è rimasta nelle tradizioni del Giappone per secoli: il Gaito kamishibaiya, o narratore, si spostava da un villaggio all'altro in bicicletta ed era solito battere due pezzi di legno collegati da un cavo comunemente chiamato hyoshigi, per annunciare il proprio arrivo nei villaggi. 

I bambini che avevano comprato caramelle dal Gaito kamishibaiya si potevano assicurare i migliori posti di fronte al palco. Una volta che si era formato un pubblico, il Gaito kamishibaiya iniziava a raccontare le proprie storie servendosi di un set di tavolette di legno sulle quali erano disegnati i vari passaggi della storia che avrebbe raccontato. Le storie erano spesso seriali, e nuovi episodi venivano raccontati ad ogni visita al villaggio.
 

Il Kamishibai è un unico medium, che unisce linguaggio orale, visivo e stampato. A differenza dei libri, le storie Kamishibai sono sperimentate soprattutto in un contesto di gruppo e di condivisione. Le storie, che si basano principalmente su dialoghi vivaci, sono altamente drammatiche e coinvolgono studenti di tutte le età, sia emotivamente che intellettualmente. Le grandi carte illustrate, che possono essere manipolate per produrre una varietà di effetti, rendono possibile per un'intera classe di godersi simultaneamente la storia.

 

Per saperne di più:

venerdì 10 maggio 2013

80 modi di dire "molto bene" al bambino per un'interazione coinvolgente e positiva.



Nel suo crescere giorno per giorno, il bambino ha bisogno di un'interazione con l'educatrice (o col genitore) che sia coinvolgente, calda, umana e positiva.

Nella pratica è importante trovare il tempo di concentrarsi su un singolo bambino durante l’interazione: contatto oculare e sorriso, verbalizzazione del nome proprio, una rassicurazione o un incoraggiamento, contatto fisico, ecc. E' importante inoltre non far trasparire frettolosità ma dedicare piuttosto un po’ di tempo a un singolo bambino per volta.
Molto utile è l'uso di verbalizzazioni di apprezzamento e di incoraggiamento. Di seguito un elenco di 80 modi differenti di incoraggiare ed esprimere apprezzamento al bambino nel suo agire quotidiano. Se ne possono trovare sicuramente molti altri!
  1. Sei sulla strada giusta!
  2. Questo tu lo fai molto bene! 
  3. Bravo, così è molto meglio!
  4. Sono contento di vederti lavorare/giocare così!
  5. Stai facendo un ottimo lavoro!
  6. Questo è il miglior lavoro che tu abbia mai fatto!
  7. Sapevo che ce l'avresti fatta!
  8. Bravo, hai trovato la soluzione!
  9. Continua così, stai migliorando!
  10. A guardarti fare, sembra facile!
  11. E' esattamente come deve essere fatto!
  12. Sati migliorando di giorno in giorno!
  13. Ti comporti sempre di più come un grande!
  14. Così va bene!
  15. Sensazionale!
  16. Questo è un buon modo di fare!
  17. Così va meglio!
  18. Perfetto!
  19. Tu lavori molto veloce!
  20. Straordinario!
  21. Continua così, ci sei quasi!
  22. Eccezionale!
  23. Hai fatto bene!
  24.  Fantastico!
  25.  Stai davvero migliorando!
  26.  Stupendo!
  27. Bravo, hai capito bene!
  28. Favoloso!
  29.  Buona idea!
  30.  Non mollare!
  31.  Non ho mai visto nessuno fare meglio!
  32.  Mi piace!
  33.  Sono orgoglioso di te!
  34. Bravo! Hai trovato rapidamente la soluzione!
  35. Geniale!
  36. Questo è meraviglioso!
  37. Congratulazioni!
  38. Bravo, hai capito!
  39. Hai fatto un ottimo lavoro!
  40. Congratulazioni! Ce l'hai fatta!
  41. Sono orgoglioso del tuo lavoro di oggi!
  42. Lavori proprio bene oggi!
  43. Dai, stai per farcela!
  44. E' tutto un miglioramento!
  45. Sei riuscito molto meglio oggi!
  46. Sono molto contenta di averti come bambino/studente!
  47. Impari molto in fretta!
  48. Non avrei potuto fare di meglio!
  49. E' molto bello insegnare a un bimbo come te!
  50. Ancora una volta e ce la farai!
  51. Avete capito bene questa volta! 
  52. Magnifico!
  53. Continua a lavorare bene così!
  54. Nulla può fermarti ora!
  55. Bravo, hai capito tutto!
  56. Eccellente!
  57. Buono!
  58. Incredibile!
  59. E' meglio che mai!
  60. Apprezzo il tuo duro lavoro!
  61. Bene, questo è un lavoro ben fatto!
  62. E' esattamente questo che volevo!
  63. Sei riuscito!
  64. Hai una buona memoria!
  65. Hai lavorato molto oggi!
  66. Hai lavorato bene!
  67. Impari molto!
  68. Ti sei superato oggi!
  69. E' bello!
  70. Ben fatto!
  71. Meraviglioso!
  72. Hai fatto del tuo meglio!
  73. Bravo, non ti sei dimenticato!
  74. Questo mi rende felice!
  75. Formidabile!
  76. To', guarda come va bene!
  77. Esatto!
  78. Giusto!
  79. Sei un angelo!
  80. Proprio così!
    ..........
    ..........
    ..........       

mercoledì 1 maggio 2013

L'aggressività nel bambino da 2 a 3 anni: come intervenire

Ecco la terza puntata sul tema "l'aggressività del bambino". Abbiamo precedentemente descritto le caratteristiche dello sviluppo "normale" del bambino da 0 a 1 anno, e  di quello del bambino da 1 a 2 anni, indicando quali siano gli interventi da privilegiare.

LO SVILUPPO "NORMALE" DELL'AGGRESSIVITA':

IL BAMBINO DA 2 A 3 ANNI


  • Il numero di "crisi" è tendenzialmente molto elevato a quest'età: è così che il bambino esprime le sue frustrazioni.
  • Il suo pensiero è diviso in due: "a me" o "non a me". I limiti imposti dall'adulto fanno parte del "non a me" e frustrano il piccolo.
  • Crisi e urla sono spesso la conseguenza di un'incapacità nel realizzare un obiettivo che il bambino aveva deciso di "fare da solo": il desiderio di autonomia in questa fascia d'età è molto grande.
  • I conflitti per il possesso tra due bambini sono molto numerosi: spesso si osservano atti aggressivi come tirare i capelli, mordere o picchiare per prendere un giocattolo.
  • Un po' alla volta il bambino avrà accesso al linguaggio, che gli permetterà di esprimere le sue frustrazioni.

COME INTERVENIRE

A partire dai 2 anni è possibile cominciare a utilizzare il momento di riflessione nel momento in cui il bambino compie un gesto aggressivo. Ad esempio, quando un bambino colpisce un altro bambino, dirgli chiaramente "NO!" e chiedergli di compiere un gesto riparatore. Se ciononostante il gesto si ripete, far sedere il bambino nell'angolo della riflessione ( o del pensare) e chiedergli di rimanere per circa 1-2 minuti. A questo momento di riflessione, possiamo fare seguire un gesto di riparazione come scusarsi o abbracciare l'altro.


liberamente tratto e tradotto da: 




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sabato 27 aprile 2013

L'aggressività nel bambino da 1 a 2 anni: come intervenire

Eccoci, come promesso alla seconda puntata sul tema "l'aggressività del bambino". Abbiamo precedentemente descritto le caratteristiche dello sviluppo "normale" del bambino da 0 a 1 anno, indicando quali siano gli interventi da privilegiare.

LO SVILUPPO "NORMALE" DELL'AGGRESSIVITA':

IL BAMBINO DA 1 A 2 ANNI

  • è a quest'età che il tasso di aggressioni raggiunge il suo massimo 
  • Il bambino esprime la sua frustrazione principalmente puntando e battendo i piedi, gettandosi per terra, urlando ecc.
  • A quest'età il bambino ripete i gesti con il fine di osservare le reazioni degli altri ("se colpisco l'amico davanti a me, come reagirà?") e per verificare se queste reazioni sono sempre le stesse
  • Verso la fine del secondo anno, sarà lo stesso bambino a dire "NO" quando tenterà di infrangere un divieto, da qui l'importanza di avere delle regole stabili e coerenti

 

COME INTERVENIRE

A partire dall'anno e fino ai 2 anni circa, i gesti aggressivi possono essere gestiti un po' come nella fase precedente. Ad esempio, aggiungere un  "NO!" molto fermo quando un bambino colpisce un altro e indicare i buoni modi di fare.
Inoltre, possiamo anche intervenire rimuovendo il bambino dalla situazione problematica. Ad esempio, se vedete che il bambino è troppo vicino all'altro e prevedete un possibile gesto aggressivo, potete distogliere l'attenzione del bambino per portarlo in un altro posto.
E' possibile inoltre rimarcare al bambino l'effetto del suo gesto (Ad esempio: "Guarda, il tuo amico piange perchè tu lo hai colpito") e incoraggiarlo infine a compiere gesti di "riparazione" (accarezzare, abbracciare, dare un oggetto a seconda della situazione ecc.) nei confronti della sua vittima.


liberamente tratto e tradotto da: 

giovedì 25 aprile 2013

L'aggressività nel bambino da 0 a 1 anno: come intervenire

Prima o poi, la maggior parte dei bambini compirà dei gesti aggressivi. 
I gesti aggressivi sono normali in funzione dell'età: ciò significa che fanno parte del naturale processo di crescita del bambino. Non conoscendo ancora altri modi di fare, essendo ancora goffi nelle relazioni e avendo ancora scarso accesso al linguaggio può capitare che i bambini colpiscano un altro amico nelle vicinanze.
Sebbene i gesti aggressivi siano considerati "normali", fino a un certo punto, è molto importante intervenire nei confronti dei bambini. Un gesto aggressivo in un bambino di 18 mesi non avrà lo stesso significato che in uno di 4 anni. Allo stesso modo gli interventi saranno differenti, ma sono necessari per dimostrare ai bambini il carattere inaccettabili di un tale gesto, in modo che possano apprendere altri modi di esprimersi e di evitare che riproduca gli stessi gesti in futuro. Interventi efficaci sui gesti aggressivi in base all'età avranno effetti positivi sullo sviluppo sociale futuro dei bambini.

A partire da oggi e per i prossimi giorni scriverò una serie di post sull'aggressività del bambino, soffermandomi sulle caratteristiche dello sviluppo "normale" in funzione appunto dell'età e su quali siano gli interventi da privilegiare di fronte ai gesti aggressivi.

LO SVILUPPO "NORMALE" DELL'AGGRESSIVITA':

IL BAMBINO DA 0 A 1 ANNO

  • Può piangere o strillare per esprimere il suo malcontento
  • Possiamo osservare svariati gesti che sono di pura esplorazione: tirare i capelli, abbracciare con forza, mordere, lanciare oggetti...
  • In questi comportamenti, che ai nostri occhi possono apparire aggressivi, non è presente in realtà alcuna intenzionalità ostile nel bebè
  • I piccoli sono molto goffi nei loro contatti con gli altri perchè i loro gesti non sono ancora precisi  

COME INTERVENIRE

Fino ad 1 anno di età, data la natura esplorativa dei gesti, il semplice fatto di ricordare loro di essere dolci, gentili e coccolare gli amici anzichè colpirli, sarà sufficiente come intervento.


liberamente tratto e tradotto da: 



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mercoledì 24 aprile 2013

CANZONI ASILO: Se sei triste (la canzone della felicità)



 Mi è capitato più volte che, in particolare quando i genitori lasciano i figlioletti all'asilo, qualche bimbo piangesse per il distacco e sembrasse non voler affatto smettere: all'inizio andavo un po' nel panico... pensavo di averle provate tutte... guardare fuori dalla finestra, prendere un giocattolo, distrarlo in ogni modo ecc ecc. Eppure alcune volte non bastava! Poi, cercando qua e là in rete ho trovato questa canzoncina (in realtà ne avevo qualche vago ricordo dalla mia infanzia), l'ho imparata, provata nel momento del bisogno e...è FUNZIONATA! 


ASCOLTA LA CANZONE
http://www.youtube.com/watch?v=qAduaNtCfC8&list=PLsbzYUsDNI_zlM3VymwRNE2qXk74S88vX&index=19
(fonte: canale YouTube "Le canzoncine di Greta")

CANTA LA CANZONE:
Se sei triste e ti manca l'allegria
scaccia via la malinconia
vieni con me, ti insegnerò
la canzone della felicità
bo bom bo bom bom

Batti le ali, muovi le antenne,
dammi le tue zampine,
vieni con me, ti insegnerò
la canzone della felicità
bo bom bo bom bom

domenica 21 aprile 2013

L'importanza di sollevare correttamente il bambino per evitare mal di schiena

Avere cura dei bambini significa necessariamente anche contatto fisico, prenderli in braccio.
A quante educatrici/educatori e genitori capita di avere mal di schiena a forza di prendere in braccio e sollevare i nostri bambini?


Ecco il modo corretto di sollevare un bambino: dovremmo immaginare di fare uno squat, come in palestra, avendo particolarmente cura di piegare le gambe e usare poi la spinta delle gambe stesse per sollevare. In questo modo la colonna vertebrale non viene sovraccaricata e...perchè no... facciamo lavorare anche i glutei ;)



sabato 20 aprile 2013

Pitturare senza sporcarsi le manine



Vi segnalo questa attività di pittura, dal Blog "Mille idee al nido". 
Mi ha colpito particolarmente la tecnica utilizzata che permette di controllare efficacemente uno degli aspetti critici tipico delle attività di espressione pittorica con i più piccoli (ovvero la facilità con cui si sporcano i bambini, gli ambienti e gli oggetti e il tempo necessario a ripulire il tutto).
Grazie all'utilizzo di guanti di plastica è infatti possibile pitturare senza sporcarsi per niente le mani!

venerdì 19 aprile 2013

CANZONI ASILO: GLI INDIANI


ASCOLTA LA CANZONE
http://www.youtube.com/watch?v=-pAHlWGMeQE


CANTA LA CANZONE:

Gli indiani al centro della terra
mangiano con tutta la tribù
ahia bù, ahia bù,
ahiaiai yuppy ahiai yeah
ahiaiai yuppy ahiai yeah

Gli indiani al centro della terra
bevono con tutta la tribù
ahia bù, ahia bù,
ahiaiai yuppy ahiai yeah
ahiaiai yuppy ahiai yeah

Gli indiani al centro della terra
dormono con tutta la tribù
ahia bù, ahia bù,
ahiaiai yuppy ahiai yeah
ahiaiai yuppy ahiai yeah

Come abituare i bambini a seguire le regole: la tecnica del 1-2-3.

Nell'educazione alle regole è importante avvertire prima i bambini a seguire le regole indicando anche le conseguenze del mancato rispetto delle stesse. Una tecnica, quella dell' 1-2-3, può essere ben utilizzata per la gestione del comportamento durante le uscite o in altre situazioni più quotidiane. Chiaramente, avrà un impatto maggiore se è già conosciuta dai bambini ed usata quotidianamente.  
Ecco come utilizzare quando si verifica il comportamento X (non desiderabile).

Tecnica.
Mantenere la calma, con un tono neutro, senza emozione.

1) Indicare la regola, ovvero il comportamento atteso. Se il comportamento X persiste ... 

2) ... indicare nuovamente la regola e una conseguenza all'eventuale comportamento X. Se il comportamento persiste ancora ... 

3) ... applicare la conseguenza. 

Esempio.
SITUAZIONE:
Si va al supermercato per fare acquisti. Prima di far scendere il bambino dalla macchina, voi annunciate il comportamento atteso al bambino: "Voglio che tu stia vicino a me in modo da evitare di perderti." Si arriva al negozio. Poco dopo, il bambino si allontana e inizia a correre.


Passo 1
Avvicinarsi al bambino e mettersi alla sua altezza. Dire al bambino: "Primo avvertimento, voglio che tu stia vicino a me." 
Si ferma per un po', ma dopo pochi minuti di nuovo...

Passo 2
Dire: "Secondo avvertimento, stai vicino a me! Se lo fai di nuovo, ti metto a sedere nel carrello. "Il bambino ricomincia il suo comportamento ... 

Passo 3 
Si applica la conseguenza precedentemente stabilita, dicendo: "Ti avevo chiesto di stare vicino a me, ma dopo due avvertimenti, è troppo difficile. Ora ti siedi nel carrello." 

Questa tecnica è semplice e solitamente efficace. Inoltre evita di dover ripetere decine di volte il comportamento atteso/la regola.

giovedì 4 aprile 2013

Palloncini sensoriali: palloncini riempiti di legumi, pasta, farina o materiale vario (by HomeMadeMamma)

  • Obiettivi e finalità: affinare il tatto dei bambini, stimolarli alla scoperta e alla manipolazione.
  • Età: 3-4 anni
  • Punti di Forza: sono veloci e facili da realizzare; risultano maneggevoli per le manine dei bambini; hanno colori molto vivaci; la sensazione tattile è molto piacevole (i palloncini si deformano facilmente, si modellano e prendono la forma che gli si imprime).
  • Punti di Debolezza: il contenuto dei palloncini è commestibile, ma se ingerito potrebbe dare problemi; i palloncini sono di plastica e si possono rompere: fare attenzione  a  come vengono maneggiati e, in caso di rottura, che non vengano ingeriti

Cosa occorre:
  • Vari palloncini di due colori diversi
  • Materiale vario di piccole dimensioni: ceci, lenticchie, riso, farina, mais, pastina, fagioli… (per ogni palloncino la quanità da usare è davvero poca)
  • Un imbuto
  • un po’ di pazienza
Come costruirli:
Con l’aiuto dell’imbuto riempite ogni palloncino del materiale prescelto. Due palloncini di colore diverso dovranno avere lo stesso contenuto. Lo scopo è quello di creare due gruppi di pallonicini: quelli dello stesso colore avranno tra loro contenuti diversi e si abbineranno ai palloncini di colore opposto, ma con il medesimo contenuto. Per semplificare:  3 palloncini arancioni con ceci, farina e riso e 3 identici ma di colore blu.
Non occorre riempire troppo i palloncini:  non devono, infatti, essere  molto pesanti e devono stare comodamente nelle manine dei bambini. Ricordarsi di chiudere bene il palloncino con un nodo molto stretto, in questo modo si eviterà che il materiale esca quando si preme con forza sul palloncino.
Come utilizzarli: 
far abbinare i palloncini che al tatto sembravano uguali.

(fonte: http://www.homemademamma.com/2009/03/31/i-palloncini-sensoriali-schiaccia-e-riconosci/ )